MALATTIE METABOLICHE: SOS SOVRAPPESO E OBESITA’

A cura della Dott.ssa Luigina Procacci, biologa nutrizionista

Le malattie metaboliche sono cruccio quotidiano per molte persone. Sovrappeso o obesità ne sono spesso “il sintomo” più evidente, ma la situazione è più complessa.

Il fattore estetico ha una sua innegabile importanza, ma la questione più importante concerne salute e qualità della vita.
Sovrappeso ed obesità sono fattori predisponenti a patologie molto invalidanti come insulino-resistenza e quindi diabete di tipo II, malattie cardiovascolari, aterosclerosi, ipertensione, disbiosi, malattie neurodegenerative, tumori. E l’elenco potrebbe continuare

Fattore importante nello sviluppo di queste malattie è uno stato di infiammazione cronica di basso grado a cui il fisico di persone con eccesso di adipe e cattiva alimentazione va incontro.

Non si tratta di infiammazione acuta, la cui funzione è legata all’ immunità innata ed ha il compito di attivare meccanismi di riparazione di un danno, con una durata limitata nel tempo.L’infiammazione cronica di basso grado è molto più subdola, perché per lo più subclinica e si protrae per lunghissimi periodi, anche decenni.

Il tessuto adiposo, soprattutto quello viscerale secerne citochine proinfiammatorie e queste, se presenti in maniera persistente aumentano il rischio di sviluppare una o più delle patologie indicate. Si tratta ad esempio dell’interleuchina 6 (IL-6) e del “tumornecrosis alfa” (TNF-α).

Contemporaneamente diminuisce la produzione di molecole antiinfiammatorie, come l’adiponectina.

Anche la produzione di ormoni è condizionata dalla quantità di grasso presente, come ad esempio l’estrone, un estrogeno che soprattutto nelle donne in post menopausa, se in eccesso diventa molto pericoloso per seno e utero, organi estrogeno sensibili. Altro equilibrio importante in ambito infiammatorio è quello riguardante prostaglandine e acido arachidonico, composti dal delicato bilancio, fortemente influenzato da un eccesso di alimenti di origine animale.

Tuttavia un’alimentazione inadeguata avviene spesso in maniera più inconsapevole che cosciente. C’è magari la convinzione di mangiare prodotti salutari, perché questo ci ha detto il marketing, ma che in realtà di sano o dietetico non hanno molto.Oppure perché considerati cibi “della tradizione” quando tale tradizione è “un battito di ciglia” sulla linea dell’evoluzione.

lla base di sovrappeso, obesità e malattie correlate c’è prima di tutto una insufficiente attività fisica rispetto a ciò di cui il nostro corpo  avrebbe bisogno, insieme ad un’alimentazione che è “tanto buona” al palato, ma non altrettanto per la salute. Le abitudini alimentari attuali sono il risultato di cambiamenti rapidissimi messi in atto negli ultimi secoli, ma come specie siamo il risultato di un’evoluzione che ha tempi molto, molto più lenti. Produzione e consumo di cibo con le metodiche attuali si sono diffusi sostanzialmente dopo la fine del Secondo conflitto mondiale. Fino ad allora, per la nostra specie è sempre stata più alta la probabilità di avere scarsità di cibo che eccesso. Parlo della maggioranza, oligarchie in condizioni diverse ci sono sempre state, ma non incidono sul concetto generale. Il nostro fisico, biologicamente è ben allenato a conservare il nutrimento, ma molto meno bravo a gestire l’eccesso. E noi viviamo in un mondo in cui il cibo è sempre a portata di mano. Istintivamente scatta il meccanismo “fammi mangiare finché c’è…che non si sa  mai”. Anche se la parte razionale di noi ci fa mettere un freno, il meccanismo di “stop” non è banale.

Il ripristino, almeno in parte, di un equilibrio tra ciò che abbiamo a disposizione e ciò di cui avremmo bisogno è il primo passo per contrastare l’instaurarsi dell’infiammazione di basso grado citata. Si tenga presente che con l’avanzare dell’età questa infiammazione aumenta già fisiologicamente.

Soluzioni magiche non ce ne sono, ma una seria analisi delle condizioni di partenza di ognuno per elaborare percorsi adatti a stare al meglio può certamente aiutare. Tenendo presente che l’alimentazione nell’uomo coinvolge fortemente tutta la sfera psichica ed emotiva. Il cibo svolge funzioni di sfogo, consolazione, reiterazione di comportamenti appresi, collante sociale,ecc. e nessuno schema alimentare avrà buon esito se non ci fa stare bene con noi stessi.

Riporto una rassegna interessante su questo argomento:

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